Il ritorno di Tarantino: DJANGO UNCHAINED
“Chi è che inciampa nell’oscurità?”
Forse noi, forse qualcuno con bibite e popcorn in mano, forse qualcuno chinato a guardare fila e numero del posto, forse tutti. Non Tarantino.
Ci regala la magia del cinema che lui stesso ama di più, con gli ingredienti di una miscela esplosiva più che adatta alla situazione:
America, Vendetta e Pallottole.
Ma è Tarantino, e nulla è come ce lo si aspetterebbe.
L’America schiavista è raccontata attraverso il viaggio “on the road” di Django (Jamie Foxx) e di un folle quanto esilarante odontoiatra tedesco: il Dr. Schultz, all’anagrafe Christoph Waltz; insieme e a cavallo, vanno dal Texas al Mississipi, uccidendo furfanti e incassando le taglie che pendevano dalle loro teste.
La Vendetta porta il colore del sangue, quello di Ellis Brittle, che grazie al fucile di Django, in una gittata, sporca i fiori candidi del cotone dei campi.
Le pallottole, figlie scattanti di pistole del vecchio West, mietono vittime più e meno innocenti.
Django Unchained, remake dell’omonima pellicola “Django” del 1966, è la quinta essenza della tragicomicità; del resto il suo regista ne è un maestro, si esce dalla sala senza aver capito che genere di film si ha appena visto.
Forse semplicemente non c’è bisogno di classificarlo, forse Tarantino è l’unico che riesce ad unire la drammaticità dello schiavismo ai problemi domestici e logistici di un fantomatico Ku Klux Klan; sfiorando la delicatezza di una storia d’amore, per poi saltare alla perfidia e pura cattiveria di un Leonardo Di Caprio incredibilmente caratterista.
Basti pensare anche alle musiche, ai costumi, si passa da Ennio Morricone, con la voce di Elisa, a musica hip hop underground; da vestitini in stile Nicky Minaj al completo da maggiordomo di Samuel L. Jackson, tutto perfettamente calzante all’attimo che circondano.
Tarantino torna col botto: centosessantacinque minuti di pura dinamite.
Dopo aver letto la recensione , viene voglia dì vedere il film!! Così farò …