Iryna Horyeva, la fotografia come ossessione
Ossessionata dalla fotografia, a tal punto da diventare un’ossessione per i fotografi. Iryna Horyeva (http://www.irynahoryeva.com) con la fotografia ha un rapporto unico. Straordinario. Un carattere pungente e una propensione naturale per l’obbiettivo.
A una fotomodella… si può innanzitutto chiedere l’età?
Chiedere l’età è una delle cose più normali del mondo. Ma in un’intervista è forse meglio parlare di quelle eccezionali? Io sono nata nel 1983 in Ucraina. Non esattamente un posto facile dove passare l’infanzia. Questo sarebbe un argomento eccezionale per un’intervista, ma preferisco parlare d’altro.
Ma… puoi dirci quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo della fotografia?
Potrei dirlo se mi ricordassi o mi sforzassi di ricordarlo. Ma…
Come hai scoperto la tua vocazione per la fotografia?
Più che una vocazione è un’ossessione. Una fissazione alla quale ho dovuto cedere per non impazzire.
Ci sono set che ricordi con maggior soddisfazione?
Io mi diverto sempre durante i set, sia con professionisti che con fotoamatori. Provo sempre una grande soddisfazione a farmi fotografare.
Ti riguardi nelle foto?
Non potrei fare altrimenti visto che posare è la mia ossessione.
Che donna pensi di essere?
Cerco di non domandarmi che tipo di donna sono ma che donna voglio essere. E’ un percorso di miglioramento costante che funziona.
Ti reputi una donna esibizionista?
Non mi reputo. Sono.
Che giudizio dai del tuo fisico?
Saporito.
Che giudizio pensi diano di te gli uomini? E le donne?
Gli uomini e le donne sono categorie troppo generali per poter attribuire loro un unico giudizio. Comunque viviamo nell’epoca dei social network, i giudizi non sono materia di supposizione, più che pensare basta aprire Facebook e leggere.
C’è una foto che ti piacerebbe realizzare?
Vorrei tanto una foto sdraiata insieme ai miei tre porcellini d’India e al mio coniglio nano ariete. Ma è impossibile perché non starebbero ferme!
Con quanti fotografi hai lavorato?
Con quanti non ricordo, ma sicuramente con quelli che mi hanno espresso fiducia. In questo ambiente bisogna sempre stare all’erta e saper valutare con chi collaborare.
Esiste una donna che incarna la bellezza?
A modo suo ogni donna la incarna.
Cosa pensi del nudo?
Secondo me tutte le persone dovrebbero girare nude, almeno in vacanza. I vestiti servono solo a mascherare la verità e illudere. Il nudo è sincero quindi non potrà mai essere qualcosa di negativo.
Cosa ti ha dato nella tua vita l’essere entrata a far parte di questo mondo?
Tra i fotografi con cui ho lavorato ho conosciuto la mia anima gemella, quindi sono stata fortunata. Sinceramene però non sono entrata a far parte di nessun mondo. Più che altro frequento l’ “ambiente digitale”, ovvero i social, dove i fotografi e le modelle hanno modo di conoscersi e collaborare.
Come tu giudichi le ragazze di oggi?
Non le vedo così diverse da quelle di ieri, ma non frequentandole non posso dare un giudizio obiettivo. Ci sono le baby prostitute dei Parioli, le madri sedicenni figlie di trentacinquenni, ci sono quelle che tirano cocaina a scuola e quelle che prendono tre lauree. “Le ragazze di oggi” è un termine troppo generico e comunque non riuscirei a dare giudizi neanche su quelle che ho citato.
Che obiettivi vorresti raggiungere nel campo della fotografia o dello spettacolo?
Essere pubblicata sulle riviste è sempre un piacere e una soddisfazione, nel campo dello spettacolo invece non mi ci vedo.
Hai paura che la tua immagine fisica provochi una reazione negli uomini?
Nessun uomo normale dovrebbe avere “reazioni” che spaventano una donna. E la società intera dovrebbe fare in modo che certa gente non abbia queste “reazioni”. Però hai usato un termine generico, di quale reazione parli?
Oltre alle gambe c’è di più: quanto c’è di vero in questa frase per quanto ti riguarda?
Questa frase è in una canzone orribile di Sabrina Salerno e Jo Squillo. Ho detto tutto.
Hai un giudizio sulle fotomodelle di oggi?
“Le fotomodelle di oggi” è un sottoinsieme della categoria “la ragazze di oggi”, quindi propongo di tener buona la stessa risposta.
Intervista a cura di Alberto